FISICA ARC
Allenarsi con metodo
Una necessità imprescindibile per chi vuole essere un agonista, non esiste un allenamento standard, come per qualsiasi altro sport
ma un metodo che ogni Allenatore pone in atto secondo la sua esperienza, lo studio, l'aggiornamento continuo e capacità
personale, valutando decine di parametri fisici e psicologici che possano portare come risultato un incremento della performance.
L'allenamento è un percorso multidisciplinare che coinvolge molte branche del sapere, dalla Fisiologia alla Psicologia, dalla Tecnica
di tiro alla Preparazione Atletica da come tarare l'arco a come fare le corde e per ogni di queste scienze ulteriori divisioni (es. lo
studio della postura e così via). Come dicevo è un vestito che va calzato sull'atleta e dall’atleta è fondamentale che venga
accettato, perchè il sacrificio, la dedizione e l'impegno saranno grandi.
Bisogna che siano chiare le tue aspettative e chiederti se sei disposto a questo "meraviglioso sacrificio", altrimenti i risultati non
verranno, che tu sia un agonista o un felice praticante.
Sono convinto che, se si instaura un rapporto amichevole, semplice e rilassato, qualche risata nelle brevi pause di un allenamento
non fanno certo male, anzi.....
Da parte dell'Istruttore, l'atleta va conosciuto nel senso più completo della parola, devono essere minimi i punti oscuri dove si
possano rintanare paure o tensioni, perchè queste si sveleranno immancabilmente nel momento di maggiore stress cioè nella
competizione, saperle prevenire è fondamentale.
Ogni Allenatore allena costruendosi delle tabelle che consegnerà all'atleta, che dovrà compilarle con perizia e dove ci saranno difficoltà ci saranno spiegazioni
verbali, anche questo è allenamento: dalla tabella per annotare i dati morfologici dell'allievo a quella con tutti i dati dell'arco, alla tabella per il programma
settimanale di allenamento alle presenze dello stesso agli allenamenti, ai test fisici a quelli dei risultati in gara, al programma delle gare e così via, non
mancheranno neanche software auto costruiti per facilitare qualche fase del percorso, inutilmente noiosa. Molti arcieri effettuano un tipo di allenamento non
finalizzato alla ricerca delle sensazioni del tiro, che è la base della buona riuscita di una prestazione agonistica ma cercando solamente la prestazione in
termini di punteggio.
Dobbiamo allenare anche le nostre sensazioni, dobbiamo essere in grado di recepire i movimenti che eseguiamo (Propiocezione), ripetendo più volte la
medesima azione nel modo giusto per poter dare al nostro cervello i dati corretti da utilizzare per eseguire un tiro fluido.
Il controllo personale sulla sensazione è importante, ma accetta, anche lo sguardo del tuo Istruttore che vigilerà attentamente e dovrà interagire con te.
L'esempio classico: "Perché ti chiudi ? " – "Io no? ... non mi sono accorto, impossibile? ".
E' bellissimo stare in compagnia, ma presentarsi sulla linea di tiro in una gara e scendere dalla piazzola recriminando contro sé stessi è proprio stupido. Cosa
dobbiamo sentire? Ecco un' idea: in palestra od al campo dove ti alleni, cerca di fare mente locale a quali distretti muscolari sei in grado di far muovere,
imponendoti di farlo.
Darò dei nomi ai vari distretti (gruppi muscolari che fanno parte di uno specifico movimento).
•
distretto "dell'arco"- spalla bassa, rotazione del gomito, polso rilassato
•
distretto "della corda" - spalla bassa, muscoli rotatori della spalla, bicipite, tricipite
•
distretto "della scapola" - trapezio, romboide grande e piccolo, sollevatore della scapola
•
distretto "del collo" - sollevatore della scapola, muscoli della postura della testa
•
distretto "dell'addome" - muscoli addominali.
•
distretto "del bacino" .
•
distretto "delle gambe".
•
distretto "dei piedi".
·La suddivisione è fittizia ma ti mette di fronte alla parte specifica che dovrai allenare. Allenati a "sentire" ogni distretto, a controllare ogni suo movimento, regola
il movimento secondo le necessità del tuo stile di tiro.
Quando avrai raggiunto un sufficiente controllo sui distretti passa a isolare la sensazione di movimento di ogni singolo muscolo; non è facile, ma sforzati, stai
percorrendo una strada che alla fine ti darà soddisfazione.
Muovi, per esempio, solo la spalla dell'arco: in alto e in basso, senza muovere tutto il tronco e la testa, muovi la scapola dell'arco senza muovere il tronco, gira il
gomito dell'arco senza muovere il polso o alzare la spalla... e così via. Questo tipo di allenamento si può eseguire in ufficio o in macchina, non avrai più scuse
per non farlo.
E' chiaro che questa parte sia di compendio a quella dell'allenamento muscolare vero e proprio, che eseguirai ogni
48 ore (cautelativo). Gli esercizi sono tanti, alcuni sono visualizzati anche nel sito, affidati al tuo Istruttore che
saprà suggerirtene di specifici secondo le tue esigenze.
Ho detto che l'allenamento muscolare va eseguito ogni 48 ore. Mi rifaccio a quanto esposto nel capitolo
"supercompensazione": il riposo è allenante, consente al nostro corpo di riprendere l'energia consumata e di
resettare i controlli che ha immagazzinato e di utilizzare quelli nuovi che gli abbiamo inviato con l'ultimo
allenamento.
Attenzione il riposo allenante, non è una scusa per non allenarsi.
•
allena la tua postura utilizzando delle pedane basculanti o spessori diversi sotto ai tacchi delle scarpe da
ginnastica
•
allenati quando piove, testando anche le tue protezioni: devono essere confortevoli e proteggerti bene dall'acqua battente.
•
allenati al freddo, testando maglioni, piles e cappellini
•
allenati in una simulazione di gara, iniziando il tiro alla mattina presto, al pomeriggio o alla sera, così controllerai le tue reazioni e prestazioni nelle varie
ore del giorno.
•
pratica sedute di allenamento controllando cosa mangi, devi sapere di che nutrienti hai bisogno,di sicuro non ti serviranno lasagne, tortellini, panini gonfi di
formaggio e sottaceti... bicchieri di vino, birra e bibite varie.
•
allenati a riparare la tua attrezzatura: punto di incocco, serving ...
•
allenati con metodo, i risultati non vengono senza metodo di allenamento e sacrificio.
I ragazzi in età scolastica fanno necessariamente parte di un discorso specifico. E' difficile trovare ragazzi così determinati da voler andare ad allenarsi tutti i
giorni. Allenarsi comporta del tempo rubato ai compiti e al divertimento. Determinanti sono i genitori, la Società di tiro e gli Istruttori: coinvolgere allenando
mentre ci si diverte è basilare, cosi come creare un ambiente professionale ma amichevole. Sono importanti le strutture e la selezione dei gruppi, la valutazione
delle dinamiche di gruppo e le gratificazioni. Nulla deve essere esagerato ma certamente costituire un modello positivo che possa essere recepito dal ragazzo
come un "allenamento" alla vita futura, con obblighi, diritti e doveri.
Non secondario è l'allenamento alla tensione della gara, alla sconfitta o alla vittoria. Scontri diretti possono mettere in movimento reazioni inaspettate, che ci
faranno comprendere se ci sono problemi di tensioni interne latenti. Comprendere se siamo più concentrati in allenamento o in gara è importante, parliamo con
l'Istruttore che deve considerare questi fatti e programmare un allenamento "ad personam".
Queste sono le linee guida "sull'allenamento" che ho sempre seguito e che insegno nei miei corsi, sono sicuro che potranno servirti.
•
programmazione dell'allenamento fisico, tecnico e mentale, della quantità e qualità delle gare che compaiono nel calendario agonistico
•
non considerarsi mai al di sopra degli altri, allenarsi per non avere timore degli altri
•
ricordati che "gli altri" hanno le tue stesse tensioni e insicurezze, è bene tenerlo sempre presente
•
devi avere sempre rispetto dell'avversario ed onora, con il tuo impegno giornaliero nell'allenamento, nella vita e in gara , il suo sforzo di essere lì a
gareggiare e competere con te.
come prevedibile ogni voce della «performance» è composta da sotto cartelle di cui bisogna tenere conto. Metto l’accento sul fatto che non siamo
professionisti di questo sport ed non è raro che certi problemi anche fisici non visibili, per cui non valutabili, siano nascosti all’Isruttore. Non ho mai capito
perchè c’è molta reticenza da parte delle mamme o dei diretti interessati a far presente quali sono propri limiti o quello del figlio. Questo comporta che
certe esercizi con o senza arco, prevedano esercizi che diventano impossibili per l’Arciere e creano uno stato di sconforto che può portare all’abbandono
della pratica sportiva.
Preparazione fisica:
generica: quegli esercizi che sono adatti a mantenere lo stato fisico personale in perfetta efficienza ed in grado di sopportare il carico funzionale richiesto dal
proprio sport. La ginnastica anche «funzionale» sarà utile per evidenziare eventuali carenze che saranno trattate dalla preparazione specifica.
specifica: esercizi adatti ad implementare la gestione di muscoli specifici che per vari motivi risultano carenti e rendono precaria la stabilità, la forza …
necessaria per compiere il gesto sportivo. La Propriocezione deve essere allenata con tavolette basculanti ecc. la coordinazione «mano-occhio» con altri esercizi,
la postura generale controllata e sistemata.
post traumatica o riabilitativa: : quelle pratiche utili a facilitare la ripresa dopo un qualsiasi trauma sportivo. Consiglio in questo caso la collaborazione con un
traumatologo.
Preparazione tecnica:
Avere un bel gesto tecnico, dove tutto viene compiuto con fluidità, con una tecnica così bella da far sembrare facile il «tiro con l’arco» è un obbiettivo a cui tutti
gli Arcieri devono tendere. Avere una bella sequenza di tiro, ben scandita e tempificata renderà tutto magnifico.
Preparazione tecnica «dell’arco …..»:
La parte Tecnica riguardante l’arco, la corda e le frecce, saper fare un punto di incocco, il «serving» o una corda, sono lavori manuali che necessitano di
applicazione e concentrazione, non sono cose difficilissime da porre in atto ma come sempre bisogna impararle con qualche prova.
Le tarature e tutto quello che riguarda la messa sono pratiche più complesse, bisogna aver ben presenti i principi di Fisica che entrano in gioco, però è doveroso
impararle anche sbattendoci la testa e sbagliando, perchè poi si impara. Con un buon Istruttore ci si diverte a lavorare con le proprie mani, il consiglio è di
imparare ogni cosa, le prime volte non saranno perfette le vostre realizzazioni ma poi ……
Conosco parecchi arcieri che non vogliono proprio applicarsi in qualsiasi lavoro sul proprio arco e demandano a qualcun altro, non mi piace, «io sono un tiratore e
devo pensare a fare solo i 10». Leggete il capitolo «agonista» e capirete come la penso.
Preparazione «mentale»:
Si può essere dei «superman» del tiro con l’arco o avere attrezzature stellari ma se mentalmente non si è preparati i punti «buoni» non si potranno realizzare. Il
nostro cervello è in balia di emozioni e ogni stimolo che ci circonda viene analizzato e memorizzato nei suoi punti principali. Ricordate che il cervello è un organo,
anche preposto, al controllo delle nostre emozioni, se sono troppo alte ci pensa lui ad abbassarle e non lo fa chiedendovi il permesso ma, non permettendovi di
tirare. Questa situazione va allenata con molto impegno, avete sentito parlare di «panico da targa, paura del giallo, paura di vincere, paura di fare tanti punti
…..» be se si sapete cosa vuol dire buttare via una gara.
Come dice Sharlock Holmes che chiama « palazzo mentale» il posto dove ordina i suoi pensieri ed emozioni, dobbiamo radunare, selezionare, elaborare e gestire
tutte le informazioni e dati che servono ad un buon tiro.
Vi propongo un semplice esercizio, provate a scrivere tutti i dati che pensate che il vostro amato cervello debba elaborare per permettervi di portare il dito indice
della mano destra sulla punta del vostro naso.
FATTO, molto probabilmente avete una lista di 3000 passi e coordinate spaziali, di forze traenti e non, di controllo dei muscoli con la loro forza e tempo di
attuazione di …. cose da far impallidire il più potente elaboratore sulla terra. Tutto questo universo di dati deve essere controllato e gestito per «il buon tiro». Ci
vuole perseveranza e sacrificio, tempo e delusioni, successi e voglia di mettersi in gioco sempre anche quando ci si allena. Quindi allenare la nostra mente ad
essere ricettiva e pronta a reagire agli stimoli negativi e positivi inerenti al nostro sport.
Adattamento alla situazione contingente:
Saper tirare con il vento e la pioggia, in pendenza o su un piede solo o in qualsiasi altra situazione contingente è necessario, siamo legati ai punti se siamo in
gara o al prendere il bersaglio anche se stiamo tirando per divertimento. Allenarsi in queste condizioni di disagio è necessario, prenderete freddo e vi sentirete
«matti» la frase più comune è «chi me lo ha fatto fare» siete arcieri Agonisti, vi tocca.
Adattamento del tiro:
Questo è un adattamento che dovrete aspettare a realizzare, prima imparerete le basi poi, dopo un lustro, quando vi sentirete sicuri potrete adattare il tiro al
vostre esigenze, mi spiego,
Se volete tirare con la spalle dell’arco alta o con un arco che pesa una 200 Kg, visto che lo avete appesantito con degli incudini, fatelo ma ricordatevi che i
punteggi devono restare ottimi. Quello che farete non dovrà essere per moda o perchè lo ha fatto il fenomeno del momento ma solo perchè starete più comodi e
sicuri. Ricordate che è difficilissimo dividere lo stato di necessità dalla moda del momento, dovete essere solidi mentalmente e coscienti che qualsiasi variazione
comporta un adattamento di mesi. Se ritenete che vi serva……auguri.
Tabelle di allenamento:
Sempre bisogna allenarsi «nella paglia» senza targa, non dovete avere stimoli diversi da quelli di ascoltare, corpo e mente, che lavorano come una casa sola.
Stimoli come il giallo devia la vostra attenzione sul punto di impatto della freccia, non è funzionale al lavoro che state eseguendo che è quello di eseguire degli
esercizi specifici, elaborati per voi dal vostro Istruttore. Le tabelle dove ci saranno elencati gli esercizi vanno tenute con cura ed applicate con metodo e con
impegno. Mi raccomando siate presenti con la mente agli esercizi, tirare per tirare non serve a niente.
Leggete, Informatevi, discutete e trovate il modo di crescere come persone oltre che come Arcieri, è bellissimo.
Buon tiro...
Fontana Alessandro - Allenatore e Docente incaricato FITARCO