FISICA ARC
Test motivazionali
si è sempre saputo come la parte mentale è decisiva per la performance come la parte fisica, tecnica e tattica. Con la preparazione fisica si allenato sempre di più le capacità motorie, con la parte tecnica specifica la gestualità dovuta al tiro con l’arco, con la parte tattica anche la capacità di prevedere le soluzioni migliori par eventi inaspettati ma ormai non basta più perchè lo sport è fatto di emozioni, ricordi, comportamenti, quindi stati mentali anche complessi. Non abbiate timore dei «Test» li si usano in tutti i campi e sono pensati per poter valutare le motivazioni. Quando si entra in questo campo si percepisce un alto grado di sospetto che non ritengo giustificato, sapere su cosa lavorare per poter migliorare, è doveroso. Molto del lavoro «mentale» diventa difficile se ci sono difficoltà di concentrazione o paure varie, il gesto di rilasciare la freccia presuppone una notevole sicurezza personale oltre che gestuale. Ho incontrato parecchi Arcieri affetti da «Targhet Panic» e vi assicuro che dietro alla paura della targa c’è sempre una motivazione che può essere stata dimenticata a livello conscio ma che riaffiora davanti al bersaglio o al paglione e può essere compresa e trattata. I Genitori e gli Istruttori, sapendo dove guardare possono parlarsi e capire dove intervenire, pensate anche all’arciere che ha queste difficoltà, proseguendo nella sua carriera non otterrà risultati stabili ma solo altalenanti, dargli sollievo credo che gli sia dovuto. Il nostro sport sembra semplice ma non lo è, evitare che lo si abbandoni per difficoltà caratteriali è anche compito dell’Istruttore. Non cadete nell’errore di pensare che « … vedrai che passerà» perchè non è quasi mai così.
Formulazione degli obbiettivi: (Goal setting) dobbiamo sapere cosa vogliamo e che direzione prendere, quali sono le priorità ed i tempi per attuarle, individuare l’obbiettivo a media e lungo termine è basilare. Andare ad allenarsi senza sapere cosa fare non è allenarsi ma perdere tempo, così avremo risultati medio-bassi ed altalenanti. Bisogna trovare la motivazione all’allenamento, al sudore, all’impegno se non lo fate è come voler andare a fare un giro ed una volta usciti dalla porta di casa non sapere se girare a destra o sinistra. Abilità immaginative (Imagery) Riuscire ad immaginare la situazione di gara permette all’agonista di rivivere a livello mentale ciò che desidera ottenere. Orientare la mente verso una meta rivivendola ad occhi chiusi aiuta a mantenere il nostro «Io» motivato e dare un riferimento alla parte inconscia di noi stessi. Questa pratica è utile anche per vivere e rivivere una particolare sequenza di tiro o situazione difficile che possiamo modificare e provare nella mente. Controllo dei pensieri (Self talk) parlare con se stessi è il «self talk», per qualsiasi persona è normale, il dialogo interno ci permette di non essere influenzati dalle regole della «comunicazione» che modificherebbero il nostro giudizio complessivo. Una buon rapporto con il dialogo interno ci aiuta nei momenti difficili e di tensione, usando parole di stimolo che attivano la concentrazione è possibile attivare una sequenza di sensazioni positive incrementando la fiducia e potenziare gli stati mentali. Concentrazione e focalizzazione dell’attenzione: (Focusing) la concentrazione è l’abilità di focalizzare il pensiero in una precisa direzione senza essere deviati da fattori negativi o di distrazione. Il «qui ed adesso» risponde al focusing dato che il saper vivere il momento presente ci consente di scandire la sequenza di tiro punto per punto senza errori o ripensamenti fuorvianti. Decidere quando lasciare andare la freccia è diretta conseguenza di una focalizzazione sulla volontà di eseguire quel gesto importante. Gestione dello stress e dell’ansia: non possiamo non essere emozionati ma il tasto dolente arriva sulla quantità di emozione che subiamo, saperla gestire correttamente è direttamente collegata alla fiducia che abbiamo di noi stessi, alla convinzione di aver fatto un buon lavoro e di avere sotto controllo la situazione. Lo stress arriva quando non sappiamo cosa aspettarci, per un agonista non può e non deve essere così, l’allenamento deve riguardare anche questa abilità. Capacità di attivazione: (Arousal) sentirsi senza forze e scarichi non è bello, tutto questo è direttamente collegato con la scelta se «scappare o attaccare» del nostro «cervello primordiale» ed è soggettiva per ogni persona. Delle situazioni di disagio psicologico l’arciere le vive di continuo. La capacità di essere pronti all’azione ci consente di intervenire con strabiliante rapidità per risolvere il problema intervenuto. Come sempre è una abilità da allenare perchè la sequenza «fisiologica-cognitiva-emotiva» va identificata per ogni arciere per poterla modulare con profitto. forza che conoscere se stessi non fa male, anzi …. buon tiro
Fontana Alessandro - Allenatore e Docente incaricato FITARCO