Arco Compound - Vettori e sgancio meccanico
Di
sganci
meccanici
ne
esistono
tanti
con
diverse
forme
e
diversi
modi
di
essere
azionati,
non
disserterò
con
Voi
di
come
si
attivano
per
aprirsi
ma
come
le
tensioni
sule
dita
della
mano
che
lo
tiene,
variano
la
precisione
del
tiro.
Anche
i
«Compoundisti»
molto spesso tengono il gomito troppo alto, creando pressioni diverse sulle dita e di conseguenza sul loop.
Le forze di trazione ed i conseguenti vettori si focalizzano sul gancio di apertura (punto P).
Per
iniziare,
ogni
rilascio
deve
essere
proporzionato
alla
vostra
mano,
deve
seguire
il
concetto
di
comodità
della
presa
senza
compromessi, se così non fosse, durante gli allenamenti o le gare vi farebbe male la mano fino a fermarvi nel tiro.
Lo sgancio non è un accessorio ma una perte fondamentale dell’arco e del vostro successo.
Scegliete
lo sgancio anche pensando a quale metodo o metodi di «rilascio» sono più adatti per voi :
•
police.
•
indice.
•
rotazione.
•
incremento
il
mio
consiglio
è
quello
di
avere
due
sganci,
uno
di
scorta
dell’altro
e
magari
anche
di
tipo
diverso,
come,
pollice
-
rotazione.
Da
ogni
sgancio
si
impara
qualcosa
per
usare
meglio
l’altro
e
comunque
in
alcuni
casi
la
situazione
di
gara
vi
potrebbe
suggerire
di
usarne uno invece dell’altro (es : vento).
Dovete
anche sciegliere la disposizione delle dita sullo sgancio :
•
presa in linea
•
presa anatomica curva.
Sono
scelte
importanti
e
se
avete
la
possibilità
di
provare
dieci
sganci,
fatelo,
dedicate
tempo
e
concentrazione
a
questa
prova,
tenete
d’occhio
anche
i
costi
e
rendetevi
conto
che
una
scelta
sbagliata
o
dettata
dall’impeto
del
momento,
pesa
per
200
euro
od
anche
più.
I
negozi
specializzati
in
materiali
arcieristici
ve
li
faranno
provare,
tirate
e
tirateci
anche
con
la
consulenza
di
una
persona
di
vostra
fiducia, se avete amici che vi fanno provare i loro, meglio ma sempre tirateci 100 frecce per sgancio.
Ho riportato nel disegno i vettori che incidono su uno sgancio meccanico:
•
Fa
= forza su dito anulare.
•
Fm
= forza su dito medio.
•
Fi
= forza su dito indice.
•
P
= punto di perno
•
R
= vettore della forza di rilascio/apertura.
Come
è
evidente
sul
punto
P,
dove
è
posto
il
gancio
che
trattiene
la
corda,
si
gioca
la
precisione
del
tiro,
anche
in
questo
caso
più
la
trazione
è
in
linea
con
il
movimento
di
chiusura
della
scapola,
che
dovrà
essere
di
pochi
millimetri
più
l’uscita
sarà
pulita
e precisa.
Ci sono tante scuole di pensiero per le modalità di innesco l’apertura dello sgancio.
NB.
la
mira
è
una
fase
che
deve
essere
compiuta
e
mantenuta
assolutamente
stabile
e
ferma,
il
rilascio
deve
essere
dolce
e
rapido
non
deve
alterare
la
mira,
le
uscite
rapide
o
strappate
non
portano
punti
ma
arrabbiature,
per
cui
qualsiasi
sia
il
vostro
modo
di
usare
lo
sgancio
meccanico,
controllate il gesto e ricordate che dopo il rilascio il tiro non è finito, anzi ….
Traslazione della scapola verso la spina dorsale A:
è
un
movimento
che
consente
anche
alla
spalla
di
allinearsi
di
più
e
meglio
alla
linea
di
uscita
della
freccia
ed
ingaggia
il
piccolo
e
grande
romboide,
il
muscolo
sovraspinato,
il
trapezio,
il
sollevatore
della
scapola
e
…
la
scapola
del
rilascio
deve
traslare
verso
la
spina
dorsale
e
la
spalla
dell’arco
aiutare con il suo movimento, lo scatto di apertura.
Trazione sulla spalla del rilascio B:
è
il
movimento
che
consente
l’apertura
dello
sgancio
meccanico,
tramite
l’allungamento
della
spalla
del
riascio
ed
il
suo
abbassamento,
la
contrapposizione
con
il
blocco
(muro)
sulla
carrucola
del
Compound e la traslazione, consente al pollice di schiacciare il grilletto e liberare il loop.
Traslazione del gomito «verso dietro» C :
sempre con l’aiuto della scapola che regge le libre dell’arco in apertura ma il movimento di apertura avviene con la traslazione del gomito verso «dietro».
Errore di comunicazione verbale.
Capita
spessissimo
di
fare
un
errore
di
comunicazione
nel
comunicare
all’arciere
cosa
fare
per
far
scattare
il
rilascio,
capita
anche
a
me
nella
foga
del
ragionamento,
quando
si
dice
«sposta
verso
dietro»
bisogna
capire
dove
è
il
dietro,
come
si
vede
negli
esempi
A-B-C
ci
sono
tre
tipi
di
dietro,
meglio
specificare
bene quali si vuole che l’arciere esegua e sarà in funzione della sua indole, tipo di sgancio, misure biomeccaniche e …
Azionamento dello sgancio
Dal punto di vista fisico, lo sgancio non è altro che una leva di primo genere nella quale il fulcro è posto tra le due forze (interfulcrate).
Nello sgancio a rotazione, il fulcro (P) è rappresentato dalla testina nella quale è situata la mezzaluna.
Il
braccio
resistenza
è
la
distanza
tra
la
testina
e
l’apposito
alloggio
per
il
dito
indice
mentre
il
braccio
potenza
è
la
distanza
tra
il
fulcro e l’alloggio delle altre dita (2,3 o 4 secondi il proprio stile di tiro).
Quando si ancora lo sgancio al D-loop, per poter trazionare l’arco, è necessario che lo sgancio sia in equilibrio.
In
Fisica
un
corpo
si
dice
in
equilibrio
se
la
somma
vettoriale
delle
forze
ad
esso
applicate
è
nulla
e
se
la
somma
dei
momenti
ad
esso applicati è nulla.
Si riporta lo schema delle forze più importanti che agiscono sullo sgancio.
Intuitivamente,
affinché
lo
sgancio
sia
in
equilibrio
è
necessario
che
la
Forza
Indice
sia
pari
alla
somma
della
Forza
Medio
e
della
Forza Anulare.
Lo sgancio a rotazione si suddivide in:
Back
Tension
(originale)
a
due
dita
,
sia
per
la
trazione
che
per
il
rilascio,
oltre
allo
spostamento
della
scapola,
schema
A,
è
richiesta
una
leggera
torsione
dell’avambraccio
e
del
polso
con
il
conseguente
accorciamento
della
presa
del
dito
medio
che
favorirà
l’apertura
dello
sgancio
a
rotazione.
La
pressione
delle
dita
deve
essere
uguale
in
trazione,
questo
consente
anche
alla
testa
dello
sgancio
e
centro
di
rotazione
(P)
di
restare
allineato
e
muoversi
senza
alterazioni.
In
fase
di
apertura,
a
causa
della
rotazione
del
radio
con
l’ulna,
il
dito
medio
si
accorcerà
facendo
ruotare
e
scattare
il
gancio
che
trattiene
il
loop.
Tutto
il
procedimento
deve
essere
controllato
in
attesa
della
così
detta
«esplosione»,
niente
di
forzato
o
così
rapido
nell’esecuzione
da
essere
incontrollabile.
Troppa
irruenza
farà
muovere
l’arco
propio
nel
momento
che
deve
stare
fermo
in
mira.
Back
Tension,
(variazione)
traslazione
scapolare
a
due/tre
dita,
sia
per
la
trazione
che
per
il
rilascio,
traslazione
della
scapola
verso
la
colonna
vertebrale
con
il
conseguente
movimento
a
cuneo
del
pollice
sulla
campana
dello
sgancio
ed
relativa apertura dello sgancio. Non è necessaria nessuna rotazione dell’avambraccio.
Negli sganci a pollice
il meccanismo di atticazione è simile;
usando
due
dita
per
trazionare
l’arco
il
carico
aumenta
su
Fm
e
Fa
ma
lo
sgancio
resta
in
linea
con
l’uscita
della
freccia,
tuttavia
molti
arcieri
usano
tre
dita
con
il
rischio
non
bilanciare
le
forze
tra
le
dita;in
questo
modo
il
fulcro
P
ruota
facendo
sì
che
la
reazione
vincolare
R
del
pollice
faccia
partire
involontariamente
il
grilletto e ne risulterà un rilascio poco pulito.
Vorrei
parlarvi
del
settaggio
della
leva
R,
non
fate
l’errore
per
chi
usa
lo
sgancio
a
pollice
o
indice
di
tenere
la
sensibilità
dello
scatto
del
rilascio
troppo
sensibile,
con
l’apertura
a
«pensiero»,
in
questo
caso
non
sarete
mai
capaci
di
appoggiare
con
sicurezza
il
pollice
sul
grilletto
in
modo
certo
e
sicuro
ma
sfiorerete
la
campanella
con
la
conseguenza
che
il
tempo
di
arrivare
a
toccare
la
campanella
si
accavallerà
a
quello
di
mira
e
mantenimento
della
stabilità
per
un
bel
tiro
sicuro,
vi
siarete
già
dati
il
comando
di
«venire
via»,
avrete
perso
le
spinte
e
la
testa
sta
già
guardando
la
sedia
dietro
di
voi.
Soluzione
tenete
lo
sgancio
duro
quanto
basta
per
far
uncinare
con
il
pollice
il
grilletto
R,
ha
contatto
sicuro
con
lo
sgancio,
mantenete
le
spinte
e
trazioni
e
poi
via
la
freccia
parte
verso
il
suo
punto di impatto. Per fare questo bisogna allenarsi ad avere la sensibilità corretta, allenatevi ed allenatevi solo su questo gesto.
Non
voglio
essere
polemico
ma
ormai
ne
ho
viste
di
tutti
i
colori,
un
oggetto
così
importante
molte
volte
ricade
sotto
la
legge
del
«quello
mi
fa
fare
punti
perchè
lo
usa
Tizio
e
Caio»
non
cadete
in
questo
inganno
i
punti
si
fanno
se
vi
allenate
bene,
con
metodo
sapendo
cosa
fare
e
con
una
attrezzatura
adeguata
a
Voi e solo a Voi.
Fontana Alessandro - Allenatore e Docente incaricato FITARCO